Prima di iniziare va citato Teofrasto Paracelso: "Omnia venenum sunt, dosis solam facit", che significa che tutte le sostanze sono veleni, ma che solo la dose le rende tali.
Questo significa che ogni sostanza costituisce, se assunta in dosi massicce o con cronicità più o meno lunga, un potenziale veleno.
I veleni vegetali sono un argomento per me affascinante, tanto che in università ho seguito un corso di botanica forense dove, tra i vari argomenti, si parla di avvelenamenti da piante.
Conoscere le piante velenose però non solo fornisce informazioni interessanti, ma anche molto utili: gli avvelenamenti causati dalla raccolta di erbe tossiche causa ogni anno diverse intossicazioni, talune anche mortali.
Questo erbario sarà periodicamente aggiornato, perchè l`elenco delle erbe velenose è lungo.
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Tossicità: compromissione di una o più funzioni di un sistema biologico esposto ad una sostanza.
Un veleno può avere azione locale e/o generale e la tossicità finale dipende da metabolismo, escrezione, accumulo. Negli organismi terrestri le vie principali di contatto sono quella gastroenterica e respiratoria, più difficilmente epidermica (tranne se l`epidermide è lesionata).
Per esercitare il potenziale effetto tossico la sostanza deve essere biodisponibile, penetrare nell`organismo attraverso le vie di esposizione ed essere trasportata dai liquidi corporei (es sangue) per poi raggiungere tessuti, organi ed infine cellule bersaglio per dare il suo effetto.
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ABRUS PRECATORIUS
Fam. Fabaceae
I semi di Abrus precatorius contengono una sostanza molto tossica, l'abrina, composta in realtà da abrina a, b, c, d (isotossine).
Se l`abrina viene inalata i sintomi principali sono disturbi respiratori, febbre, nausea.
Un'inalazione considerevole può dare luogo ad edema polmonare e morte per calo della pressione arteriosa ed insufficienza respiratoria.
Se l`abrina viene ingerita provoca disturbi gastrointestinali, che portano alla disidratazione e ad un abbassamento della pressione sanguigna. Altri sintomi comprendono allucinazioni, convulsioni, sangue nelle urine. Per ingenti danni al fegato, ai reni e alla milza può sopraggiungere il decesso.
ACONITUM NAPELLUS
Fam. Ranuncolaceae
Il suo alcaloide principale è l`aconitina, contenuto in tutta la pianta in grandi quantità, soprattutto nella radice a tubero. Agisce sui canali del sodio (localizzati sulle membrane cellulari), attivandoli.
Può portare a disturbi anche per il semplice contatto con la cute.
Causa formicolio, disturbi gastrointestinali, miastenia, secchezza delle fauci, alterazione del battito cardiaco, collasso cardiorespiratorio.
AMARYLLIS BELLADONNA
Fam. Amarillidaceae
Per l`uomo l`avvelenamento da Amaryllis belladonna ha generalmente danni lievi, mentre è più tragico l`esito quando l`ingestione è da parte di animali.
Nel bulbo contiene l`alcaloide bellamarina.
Il nome non va confuso con quello della Atropa belladonna, solanacea molto tossica.
AQUILEGIA VULGARIS
Fam. Ranuncolaceae
Contiene glicosidi cardioattivi, in passato usata a scopo medicamentoso.
Provoca disturbi cardiaci, crampi e difficoltà respiratoria.
ARUM ITALICUM
Fam. Aracee
È la calla selvatica, che contiene acido ossalico e saponine.
Causa dermatiti da contatto e se ingerita porta a disturbi gastrointestinali. La masticazione delle bacche porta immediato dolore alle mucose orali.
ATROPA BELLADONNA
Fam. Solanaceae
Il nome belladonna è dovuto all`uso che ne facevano alcune donne di corte del Rinascimento. Era usata infatti come colluttorio per dilatare le pupille, dando un tocco affascinante allo sguardo. Al giorno d`oggi è usata in campo oculistico.
Da non confondere il nome con Amaryllis belladonna, una Amarillidacea.
CHELIDONIUM MAJUS
Fam. Papaveraceae
Gli alchimisti, ritenendola magica, le attribuirono questo nome che significa "coeli donum", ovvero dono del cielo, in quanto essenziale per trovare la pietra filosofale.
Ricca in alcaloidi, tra cui chelidonina. L`ingestione provoca bruciore nella bocca e nella gola, disturbi gastrointestinali, gastroenteriti emorragiche e coma. Il contatto con il suo latice può provocare dermatiti.
Fam. Ranuncolaceae
Contiene glicosidi cardioattivi, in passato usata a scopo medicamentoso.
Provoca disturbi cardiaci, crampi e difficoltà respiratoria.
ARUM ITALICUM
Fam. Aracee
È la calla selvatica, che contiene acido ossalico e saponine.
Causa dermatiti da contatto e se ingerita porta a disturbi gastrointestinali. La masticazione delle bacche porta immediato dolore alle mucose orali.
ATROPA BELLADONNA
Fam. Solanaceae
Il nome belladonna è dovuto all`uso che ne facevano alcune donne di corte del Rinascimento. Era usata infatti come colluttorio per dilatare le pupille, dando un tocco affascinante allo sguardo. Al giorno d`oggi è usata in campo oculistico.
Da non confondere il nome con Amaryllis belladonna, una Amarillidacea.
CHELIDONIUM MAJUS
Fam. Papaveraceae
Gli alchimisti, ritenendola magica, le attribuirono questo nome che significa "coeli donum", ovvero dono del cielo, in quanto essenziale per trovare la pietra filosofale.
Ricca in alcaloidi, tra cui chelidonina. L`ingestione provoca bruciore nella bocca e nella gola, disturbi gastrointestinali, gastroenteriti emorragiche e coma. Il contatto con il suo latice può provocare dermatiti.
COLCHICUM AUTUMNALE
Fam. Liliaceae
Contiene colchicina in tutte le sue parti, un alcaloide altamente tossico in grado di bloccare la mitosi cellulare (per questo usata in test di citologia in laboratorio).
Viene confuso con lo zafferano (Crocus sativus, una Iridacea), errore che ha portato alla morte gli ignari raccoglitori. Fiorisce in autunno, i fiori possono essere gialli, violetti o rosati.
I sintomi causati dalla colchicina entro le 5 ore dall`assuzione sono bruciore alla bocca, disturbi gastrointestinali e diarrea sanguinolenta ed aumento della frequenza cardiaca.
I sintomi tardivi (dopo le 24 ore) consistono in febbre e insufficienza epatica e renale.
CONIUM MACULATUM
Fam. Apiaceae (Ombrelliferae)
La cicuta maggiore deve la sua azione a diversi alcaloidi: coniina (agisce su sinapsi neuromuscolari), coniceina, conidrina, pseudoconidrina, metilconicina.
Confusa con il prezzemolo, un`altra Ombrellifera decisamente più innocua (ma che non andrebbe assunta in alte dosi durante la gravidanza).
Porta a problemi digestivi, cefalee, alterazione della sensibilità in alcune parti del corpo (parestesia), dimunizione della forza muscolare, paralisi.
CONVALLARIA MAJALIS
Fam. Scrophulariaceae
La Convallaria majalis (mughetto) contiene, come oleandro e digitale, la digossina, un glicoside digitalico che agisce sul battito cardiaco e sulle pompe sodio-potassio.
Inoltre contiene convallatossina, dall`attività cardiocinetica.

DIGITALIS
Fam. Scrophulariaceae
Digitalis purpurea (digitale) contiene digitossina, digitonia e digitalina.
Porta a disturbi gastrointestinali e dolori addominali, rallentamento della frequenza cardiaca ed irregolarità del ritmo cardiaco, stato confusionale, vertigini ed allucinazioni.
DAPHNE MEZEREUM
Fam. Thymelaeaceae
Dal profumo inebriante ma molto tossica (contiene mezereina, un diterpene tossico.), può procurare irritazioni cutanee da contatto, se parti di essa sono ingerite, soprattutto le bacche, può portare a disturbi gastrointestinali e sintomi simili al soffocamento.
Anche le altre specie appartenenti al genere Daphne sono tossiche.
DATURA
Fam. Solanaceae
Datura stramonium, D. inoxia, D. metel D. arborea..
Contiene scopolamina (ioscina), atropina, iosciamina. È difficile stabilirne la dose terapeutica.
Usata come smart drug, ha un effetto molto pericoloso: può portare a paralisi della muscolatura respiratoria con effetto anche letale.
EUONYMUS EUROPAEUS
Contiene evonimoside, un glicoside cardioattivo, ed alcaloidi. Provoca gastroenteriti tardive (dopo 10-12 ore dall`assunzione), febbre, allucinazioni, convulsioni, coma.
EUPHORBIA PULCHERRIMA
La famosa Stella di Natale è una Euphorbiacea, e come altre Euphorbiaceae contiene latice, costituito da alcaloidi, euforboni e triterpeni. Provoca disturbi gastrointestinali e forte bruciore delle mucose orali se ingerita, a contatto con la pelle può dar luogo a dermatiti.
GINESTRE (Spartium, Ulex, Cytisus)
Fam. Leguminose
Contengono sparteina, un alcaloide che porta ad allucinazioni, dilatazione delle pupille, disturbi gastrointestinali, eccessiva sudorazione e salivazione.
HELLEBORUS
Fam. Ranuncolaceae
Generi Helleborus niger, Helleborus foetidus, Helleborus viridis.
Molto tossico, i sintomi cominciano con bruciore alla bocca e disturbi gastrointestinali per poi sfociare in disturbi cardiaci ed aritmie.
I sintomi sono dovuti al contenuto in alcaloidi elleborina ed elleborigenina.
HYDRANGEA MACROPHYLLA
Fam. Hydrangeaceae
I fiori di ortensia contengono cianuro, che può avere effetto letale. Una nuova moda purtroppo vede la preparazione di sigarette con foglie di ortensia, che se fumate possono portare alla morte per soffocamento.
HYOSCYAMUS NIGER
Fam. Solanaceae
Il giusquiamo nero veniva usato nel medioevo come erba magica e per propiziare le piogge.
Il grado di crescita della pianta ne modifica la concentrazione di sostanze tossiche, pertanto anche l`uso farmacologico è scrupoloso ed ai minimi dosaggi.

ILLICIUM ANISATUM
Fam. Illiciaceae
Da non confoderlo con Illicium verum, anice stellato cinese, questa specie giapponese è tossica e non viene ingerita ma bruciata come incenso.
LABURNUM ANAGYROIDES
Fam. Leguminose (Fabaceae)
È il maggiociondolo. Le foglie e soprattutto i semi sono tossici, in quanto contengono citisina (un alcaloide) che portano ad allucinazioni, crampi muscolari e sudorazione.
Alcuni animali selvatici ne sono immuni e per questo in alcune tradizioni è considerata magica.
MANDRAGORA
Fam. Solanaceae
Mandragora autumnalis e Mandragora officinarum sono le due specie più diffuse appartenenti a questo genere.
La mandragora, pianta famosa e avvolta da un alone di mistero e leggenda sin da prima del Medioevo, contiene alcaloidi con azione simile a quella dell`atropina, con sintomi che vanno dai disturbi gastrointestinali alle allucinazioni ed al delirio e, nei casi più gravi, a coma e morte.
Gli alcaloidi tropanici che contiene sono in grado di bloccare i recettori muscarinici dell'acetilcolina (un neurotrasmettitore), impedendo ad essa di svolgere le sue funzioni.
Confusa con spinaci, borragine e bietole.
MIRABILIS JALAPA
Fam. Nyctaginaceae
I semi della Mirabilis jalapa, la bella di notte, ha semi tossici che possono causare dolori addominali, nausea e vomito, confusione mentale e dilatazione pupillare.
NERIUM OLEANDER
Fam. Apocynaceae
Il famoso e piuttosto comune oleandro, molto usato per abbellire parchi e giardini.
È una pianta altamente tossica che porta a bradicardia, aumento della frequenza respiratoria, disturbi gastrointestinali e al sistema nervoso centrale. Causa morte per collasso cardiocircolatorio.
Contiene diverse sostanze tossiche, tra cui l` oleandrina (un alcaloide) ed un glicoside cardiotossico inibitore della pompa sodio-potassio (localizzata su membrane cellulari). Altra sostanza con lo stesso meccanismo di azione è la digossina, che si trova nella Digitalis purpurea (digitale) e nella Convallaria majalis (mughetto).
PRUNUS LAUROCERASUSFam. Rosaceae
Frutti e foglie del lauroceraso contengono acido cianidrico e provocano gravi disturbi gastrointestinali, difficoltà respiratorie e coma se ingerite.
RICINUS COMMUNIS
Fam. Euphorbiaceae
L`ingrediente cosmetico comune Ricinus communis, nasconde un piccolo segreto.
L`olio estratto dalla pianta, usato esternamente, è innocuo, mentre i suoi semi sono altamente velenosi. Contiene vincristina, che troviamo anche nella Vinca minor.
SOLANUM DULCAMARA
Fam. Solanaceae
Contiene solaceina e solanina (glucoalcaloidi dall`effetto tossico), acido dulcamarico e saponine steroiche (glicosidi terpenici).
Le bacche immature sono la parte più tossica. L`effetto tossico comincia con nausea e vomito per poi portare a paralisi dell`apparato respiratorio, dall`esito anche fatale.
TAXUS BACCATA
Fam. Taxaceae
Il Taxus baccata (tasso), noto anche come albero della morte, è tutto velenoso tranne l`arillo, l`involucro rosso carnoso che ne protegge i semi.
Contiene tassina (alcaloide narcotico e paralizzante) ed efedrina (alcaloide con struttura chimica simile a quella delle anfetamine).
VINCA MINOR
Fam. Apocynaceae
La pervinca contiene vincristina, un alcaloide indolico. I sintomi iniziano dopo circa 24 ore con disturbi gastrointestinali mentre nella prima settimana possono presentarsi insonnia, emicrania, allucinazioni, convulsioni, coma.

VERATRUM
Fam. Liliacee
Genere che include diverse specie con diffusione montana (es Veratrum niger e Veratrum album).
Viene confuso con l`innocua genziana (usata per preparare liquori, dato il suo contenuto di gentipicrina, dall`azione digestiva e corroborante) portando a gravi episodi di intossicazione.
Il veratro contiene veratrine, degli alcaloidi che possono portare a disturbi gastrointestinali, vertigini, sudorazione fredda e rallentamento del battito cardiaco.
Si distingue dalla genziana perchè ha foglie alterne (con false nervature parallele), che nella genziana sono invece opposte.
VISCUM ALBUM
Fam. Lorantacee
Il vischio, molto comune nelle feste natalizie, di per sè è poco tossico e l`effetto velenoso è perlopiù dato dalle bacche. Tuttavia gli estratti concentrati possono portare ad effetti più importanti, come allucinazioni, diplopia (visione sdoppiata), midriasi (dilatazione pupillare), confusione mentale, convulsioni.
WISTARIA SINENSIS
Fam. Leguminose (Fabaceae)
Il glicine, comune in molti giardini e dal profumo delizioso, ha semi e radice velenosi, la cui ingestione provoca dilatazione pupillare e disturbi gastrointestinali.
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Le informazioni ivi contenute sono state scritte solamente a scopo divulgativo e per aiutare i meno esperti raccoglitori di erbe a non incappare in piante altamente tossiche.
Ogni uso erroneo di tali informazioni non dipende dall`artefice del post.
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Link utili e fonti:
Scienze MedicoLegali
Portale Didattico Veterinario
Orto Botanico Trieste
Verdi Incontri
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